sabato 20 novembre 2021

Scampoli di tepore

Dopo settimane di pioggia approfitto di questa bella giornata, gli ultimi tepori, per farmi un giretto su strade poco battute e tutto sommato vicino Roma.
All’andata decido di tornare sulla SS 155 (Prenestina) nel tratto che da Palestrina porta fino a Fiuggi costeggiando i monti omonimi. Scoperta nel 2015 l’avevo comunque percorsa altre volte per rientrare a Roma ma mai in questa direzione.
La giornata soleggiata è tersa ed offre un bel panorama sulla vallata del fiume Sacco. Una pesante fascia marroncina verso nord segnala inequivocabilmente che là sotto c’è Roma.
La strada è ben tenuta, e dopo Palestrina il traffico scompare quasi del tutto, verso Piglio inizio a vedere qualche indicazione per l’interno, verso Trevi, gli altopiani di Arcinazzo. Ma la temperatura comunque bassa non mi ispira salire in quota. E proseguo per Fiuggi, restando poi sempre a mezza costa fino ad incrociare il bivio per Frosinone.

L’attraversamento fino a raggiungere la contigua SS 156 è lento, una lunghissima colonna di macchine che si muove a stento; scoprirò poi il perché. Una pattuglia di polizia ed una di carabinieri avevano bloccato un incrocio per agevolare il traffico da sud, un pulmino di polizia doveva passare!

Con la velocissima SS 156 raggiungo in breve tempo il bivio per la SS 609 Carpinetana. Era il febbraio 2019 quando percorsi l’ultima volta questa bella strada, ma verso sud. Non ricordo di averla mai percorsa come oggi, rientrando verso Roma.
Bella e divertente strada, peccato che all’ora in cui sono passato fosse in ombra e con ampi tratti umidi e bagnaticci. Ma il panorama della vallata sulla destra e dei Lepini sulla sinistra è sempre gradevole.
In men che non si dica mi ritrovo a Colleferro e da lì un breve tratto di trafficata Casilina mi porta al casello di Valmontone dell’A1.

Certo che a volte esagero. Sembra quasi che andare in moto sia diventato un lavoro, un obbligo. Oggi mi sono sparato 4 o forse anche 5 ore in sella e mi sono fermato giusto il tempo di fare delle foto. Non ho nemmeno pranzato!









venerdì 15 ottobre 2021

Anello Simbruino


Con calma, in tarda mattinata anche per aspettare che le temperature salissero un po’, vista l’inattesa fredda giornata  decisamente invernale, alle 11:30 ero sull’A24 pronto ad un giro intenso anche se non particolarmente lungo.

Lasciata l’autostrada al casello di Castel Madama un breve tratto di provinciale nota mi riporta sulla Tiburtina e passeggiando con tranquillità raggiungo Carsoli diretto al valico dei Colli di Montebove che non percorrevo da un po’, strada sempre molto gradevole e divertente, traffico pressoché nullo per ovvi motivi e tanto sole.

Basta salire ai poco più di mille metri del valico per rendersi conto che oggi fa davvero freddo per essere metà ottobre, fortunatamente ho saputo prevenire coprendomi bene. Dal valico si apre inatteso lo spettacolo delle cime limitrofe all’Altopiano delle Rocche già imbiancate, una cima lontana del gruppo del Gran Sasso è bianchissima e la Maiella sembra davvero già carica di neve!

Scendo rapidamente a Tagliacozzo e prendo per Cappadocia, Petrella Liri, lungo la bella statale che punta verso la Val Roveto.

A Capistrello giusto il tempo di fare il pieno e informarsi sulla strada “Simbruina” che sale al valico di Serra Sant’Antonio e scende a Filettino. Sono anni, ma davvero tanti, che spesso l’abbiamo trovata agibile solo perché la interrompono con un mezzo “new jersey” tranquillamente aggirabile sia in moto che in macchina. E’ agibile.

Mi aspettavo di trovare la strada rifatta; macchè! La vegetazione ha ormai invaso per lo meno mezza carreggiata, più si sale e più frequenti sono sassi e massi anche molto grandi caduti sulla sede stradale.

Mi godo il paesaggio procedendo lentamente e con attenzione ma tutto sommato ne ho viste di peggiori. E che freddo sul versante in ombra!

Mi concedo una sosta al valico per uno spuntino, al sole come una lucertola e mi godo lo spettacolo della piana del Fucino sotto di me, le cime del Velino e dei monti sopra Celano, lontano, bianchissimo di neve, quello che sembra proprio il Monte Camicia nel gruppo del Gran Sasso.

Riscendendo a valle le temperature migliorano, per fortuna, e c’è sempre un bel sole. Ripasso dalle strade percorse in direzione contraria a dicembre 2020, e da Trevi nel Lazio costeggio sempre l’Aniene lungo la bella strada che mi porta a Jenne e poi a Subiaco.

Da qui è già quasi aria di casa. Autostrada a Vicovaro e via.



















venerdì 3 settembre 2021

Intorno al Gran Sasso o giù di lì…




Sto invecchiando!  Alle 15 ero cotto e mi sono rimesso in strada per Roma, ed ero a Chieti. E’ vero che ho fatto la Tiburtina fino a Popoli e poi sono andato a prendere l’A25 a Pratola Peligna ma insomma…in altri tempi mi sarei buttato per Raiano e la vecchia Tiburtina attraverso le Gole di San Venanzio e il valico di Forca Caruso!
Sarà davvero l’età, o forse un po’ di caldo a fondo valle, o più semplicemente che bene o male da solo ti rompi e le soste sono davvero limitate! In pratica, come sottolineato altre volte, è più il tempo che sto in sella che altro.

Ultimo giorno di ferie e un giro ci stava tutto. Comunque sia è stato un bel giro, temperatura pressoché perfetta, da giubbotto di pelle e maglietta e caldo davvero poco, tranne che da Tivoli in poi ovviamente.

Partito di buon ora alle 10, via autostrada, ero già all’inizio della SS 80 deciso a tornare al lago di Campotosto.
Ovviamente che ve lo dico a fare? Notevole come sempre la salita da Arischia fino al valico delle Capannelle! Strada perfetta oggi anche se, come ho già avuto modo di dire, è parecchio che “passeggio” senza grandi pretese.

Non andavo al lago di Campotosto da prima del terremoto del 2016, ed è stata una riscoperta graditissima, tranne ovviamente per lo stato di desolazione e abbandono che c’è tra le rovine del paese semidistrutto dal sisma. Ho comprato da mangiare presso l’unico piccolo negozio di generi alimentari sito in un container sulla vecchia piazza (che non esiste praticamente più).

E mi sono fermato a mangiare dove una vita fa, 6 novembre 2010, ad Alberto si scaricò completamente la batteria per aver dimenticato le luci accese dopo aver mostrato la sua moto ad un tipo curioso! Ricaricata grazie alla mia Bandit!

Ridisceso sulla SS 80 l’ho percorsa, cosa sempre graditissima e divertente, fino a Montorio al Vomano e da lì un po’ seguendo l’itinerario che mi ero prefisso, un po’ sbagliando allungandomi troppo verso Chieti dopo Penne anziché fare la forca di Penne e ridiscendere verso Ofena e poi magari Castel del Monte. Sarà per un’altra volta.

Da dimenticare assolutamente la SS 365 di Bisenti: per oltre la metà del percorso, da Bisenti a Castiglione Messer Raimondo, piena di dissesti, tagli e spaccature ha messo alla prova la mia pazienza e la mia colonna vertebrale. Non ne vale assolutamente la pena, tanto vale, come fatto altre volte, proseguire sulla 80 e incrociare direttamente la 81.
Solo un motivo la rende degna di nota: il panorama è spettacolare.

Stamattina, da qualche parte sulla SS 365, dalle parti di Bisenti (TE), vedevo contemporaneamente il massiccio del Gran Sasso con le cime del Camicia, del Prena, le Torri di Casanova, il Corno Grande e il Corno Piccolo, il Vettore, il Sibilla (non sono certo se per caso potesse essere il Porche, ma non credo) e, lontani a nord-ovest, le cime forse di Bolognola.

Peccato per la foschia.

A Castiglione ho preso la bellissima SS 81, vale sempre la pena di percorrerla, sia per la qualità motociclistica della strada che per i panorami che spaziano dal massiccio del Gran Sasso all’Adriatico.

A Penne ho fatto una breve sosta rinfrescante in un ombroso chiosco di un bar. Come predetto anziché prendere subito verso l’aquilano attraverso magari Farindola o il valico di Penne mi sono allungato fin quasi a Chieti e a quel punto la stanchezza ha iniziato a farsi sentire un po’, e come predetto, un pezzetto di Tiburtina (e due maledetti autovelox imboscati…speriamo bene, dovrei aver frenato in tempo!) e poi via di autostrada.

Alla prossima.

lunedì 23 agosto 2021

Matineé forzata

Con la solita voglia altalenante, dato anche il gran caldo che sicuramente avrei preso nel pomeriggio (vista la scorsa torrida esperienza) mi sono comunque deciso.
Tutto sommato sono partito bene, solita uscita a Vicovaro Mandela, solita divertente Licinese fino a Poggio Moiano sulla Salaria, con un’aria mattutina frizzantina assai, una volta a Rieti m’è tornato in mente di salire al Terminillo e svalicare verso Leonessa, da lì, chissà, Norcia, Castelluccio. Dopo tutto è dal 2015 che non salgo al Terminillo!
Macché! Una volta arrivato praticamente al valico un laconico cartello mezzo scolorito recita “strada interrotta tra 100 m”…e dietro la curva un “new jersey” a sbarrare senza possibilità alcuna di aggirarlo.

Più incazzato che sorpreso! Perché un’interruzione del genere te l’aspetteresti segnalata fin da Rieti, da Vazia almeno, l’ultimo paese che trovi salendo, e nemmeno a Pian dei Valli, figuriamoci al valico!

Cos’è? Della serie facciamo arrivare l’ignaro gitante così magari un caffè lo consuma!

Ma porca…

E quindi lemme lemme riscendo fino a Rieti, godendomi il fresco (anche troppo) delle faggete intorno a me.

Una volta a valle, densi e poco invitanti nuvoloni si ammucchiavano verso Terni, che forse avrebbe potuto essere una destinazione, ma la voglia e la paura di prendere magari anche un po’ d’acqua (ci sarebbe mancato anche questo) mi hanno indotto a rimettermi in strada per Roma. E vai di Salaria, tranquilla passeggiata.

Alle 12:30 ero di nuovo a casa e i panini che m’ero preparato da degustare a Castelluccio me li sono mangiati a casa!

Vaff…






venerdì 23 luglio 2021

Umbro-Marchigiano 2…al forno!

La mattinata è stata decisamente piacevole, appena uscito dalla città l’aria era insolitamente ed inaspettatamente fresca, nonostante le previsioni riportassero per oggi una giornata torrida. Sarà stato l’umido della notte, le strade tra campagne e colline e per finire oltre i 1000 metri del Monte Cucco e della ombrosissima Val di Ranco con i suoi faggi secolari.

Ma il pomeriggio, praticamente dalle 14:30 in poi di ritorno a Roma è stato come viaggiare in un forno! Scendevo dal Monte Cucco diciamo di ritorno, ma non senza allungarmi un po’ per Scheggia allo scopo di ripercorrere la bella strada che scavalca una piccola dorsale e scende a Gubbio (non ci passavo dal 2013!). Nonostante un po’ di ventilazione forzata quando la velocità superava i 100 km/h la cosa è stata aggravata da un sacco di cantieri e sensi unici sulla bretella Orte-Terni, con code a passo d’uomo e calura al limite della sopportazione! Per non parlare dell’attraversamento della città.

Va decisamente segnalata la pausa pranzo: da Tobia in Val di Ranco. Lo conoscevo e c’ero stato diverse volte e il posto è davvero notevole, e si mangia molto bene circondati dal bosco. Una curiosità: all’interno di una delle sale c’è il maestoso tronco di un faggio secolare, che esisteva già e che non è stato abbattuto ma anzi, la struttura gli è stata costruita intorno!



Comunque sia la mattinata è filata liscia e gradevolissima, e senza soste tranne che per un rabbocco di benzina, da Passo Corese lungo tutta la sempre molto bella e divertente SS 313; nonostante le gomme nuove di zecca (le solite eccellenti Metzeler M5) è un po’ preferisco sempre “passeggiare” senza cercare la piega se non quando proprio la strada la chiama!

Da Terni la Val Nerina era passaggio obbligato, dopo l’anno scorso, percorsa venendo da Sellano verso Terni, non la percorrevo seriamente tutta fino a Visso dal 2018! Sempre impressionante la frana sul Nera causata dal terremoto, pochi km prima di entrare a Visso; come facilmente immaginabile lo stato della zona è tuttora estremamente drammatico.

Proseguendo sulla statale arrivo fino a Muccia, altre testimonianza triste del terremoto, e punto a nord verso Matelica e Fabriano. Vista l’ora deciso di salire verso monte Cucco proprio per pranzare da Tobia e alla mezza sono già seduto.

Tra i tempi un po’ lunghi del servizio ed il volermi godere la frescura del bosco mi rimetto in marcia verso le 14:30 e decido appunto di puntare ancora un po’ a nord. Ci sarebbe stato il tempo per godersi Isola Fossara ed i precipizi del Catria ma a valle fa davvero caldissimo adesso. E così mi rimetto in marcia verso casa.

Itinerari già noti, niente da segnalare.












venerdì 11 giugno 2021

Umbro-Marchigiano


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Dopo più di due mesi, a causa anche di questa primavera ed inizio estate decisamente piovosi, mi appresto ad un gran giro, pianificato a tavolino come ai bei tempi anche se con la solita inerzia mattutina: è che mi sarei rotto abbastanza di andarmene a spasso da solo! Anche perché, come spesso scritto e ripetuto, da solo non mi fermo praticamente mai, compreso oggi: 600 km intervallati da una mezzora abbondante per il pranzo e una ventina di minuti per uno spuntino prima del rientro a Roma.

Tirata autostradale fino ad Orvieto da dove, dopo quasi un anno, torno sulla bellissima SS 71 Umbro-Casentinese, ma oggi con la voglia di percorrerla ben oltre Chiusi, fino ad Arezzo. E’ davvero bella questa statale, ottimamente tenuta, ricca di paesaggi verdissimi grazie al fatto che scende a valle soltanto all’altezza di Fabro per puntare verso il lago Trasimeno e poi a nord per Arezzo.

Raggiunta questa cittadina mi immetto subito sulla altrettanto bellissima SS 73, che da Siena se arriva addirittura fino a Fano! (il tratto tra Siena ed Arezzo è in programma). Ma, ovviamente, anziché prendere la nuova superstrada che sostituisce la vecchia statale mi immetto su questa: spettacolo! Praticamente deserta, ben asfaltata e ricca di passaggi divertenti, mi consente di raggiungere rapidamente Sansepolcro.

Sempre praticamente senza soste, mi immetto sulla famosa SS 73bis del valico di Bocca Trabaria, una palestra per i motociclisti. Non ci tornavo dal 2018, e quella volta trovai il valico sbarrato e, manco a farlo apposta, anche nel 2016 con Alberto il passaggio verso l’Umbria era interdetto perché un camion s’era messo di traverso, costringendoci ad allungare non poco fino a Cagli.

Ma oggi tutto fila liscio, e pennellare le curve è uno spasso. L’aria è frizzante salendo, la velatura si è trasformata in nuvoloni che sembrano minacciare temporali.


Dopo una breve sosta, a ricordare quante volte ci sono passato (in entrambe le direzioni non vorrei esagerare ma almeno 7-8 volte!) scendo rapidamente a Mercatello sul Metauro: è ora di mangiare e l’aria fresca mi ha messo appetito. Quasi ad aver ereditato il fiuto di Alberto per ristoranti e trattorie notevoli mi fermo qui: gustosissime tagliatelle ai porcini freschissimi e tagliata di manzo!
Di nuovo in moto in pochi minuti sono a Sant’Angelo in Vado e punto deciso a prendere la stradella scoperta nel 2019 e che dopo un passaggio in quota con vista del Catria, scende rapida ad Apecchio. Qui il piano e scendere qualche km verso Piobbico ma poi puntare verso Serravalle di Carda, credo di non essere più stato da quelle parti dal 2009!

Il fondovalle sotto il Monte Nerone è bellissimo. Al bivio prendo per Cagli, mi aspettano almeno 3 ore di moto per arrivare a casa passando dalla Flaminia. Faccio una breve sosta, metto gli auricolari per farmi compagnia e a parte una sosta benzina a Spoleto non mi fermo più. Ovviamente la Flaminia fino a Foligno è bellissima, poi è praticamente una superstrada e torna divertente tra Spoleto e Terni.
Arrivato a Roma nord un temporale imperversa dritto davanti a me, con una colonna d’acqua e fulmini. Facendo il raccordo riesco ad aggirarlo, entro in garage appena in tempo.

Da segnalare:

SS 71 Umbro-Casentinese
SS 73 e 73 bis