venerdì 12 giugno 2020

Motociclisti cassaintegrati


Lasciate da parte velleità marchigiane sono tornato su strade note e sempre belle, approfittando dell’involontario giorno libero: quel poco che mi danno oggi me lo sparo in benzina!

Motociclisti cassaintegrati, al plurali sì. Già la scorsa volta, altro venerdì in “cassa”, avevo notato fin troppi centauri per essere un venerdì, ma oggi ancora di più. Solitari come me o in gruppetti nutriti, di tutto un po’: ne avrò incrociati almeno una cinquantina. Al che, mi sono detto, sono abbastanza sicuro siano dei tapini anche loro in cassa integrazione! Buon per noi!

E così, dicevo, l’idea originale di andarmene verso Bolognola, il lago di Fiastra e zone affini è stata rinviata ed oggi mi sono “rastrellato” per bene l’Abruzzo con un bell’anellone intorno al Gran Sasso, ripercorrendo itinerari noti e molto belli.

Uscito a Pescina ho iniziato alla grande con un ritorno al valico di Forca Caruso ed alle Gole di San Venanzio: il primo non mi vedeva dal 2017 e le seconde dall’anno scorso. La Tiburtina è davvero splendida ed in direzione est non la percorrevo da un pezzo! Sempre praticamente deserta, ben asfaltata e divertente.

Una lunga tirata della stessa statale mi ha portato rapidamente al bivio per la bellissima SS 81, poco dopo Chieti Scalo, anche questa percorsa l’ultima volta l’anno scorso, con un caldo fottuto, ancora me lo ricordo.

La temperatura oggi era pressoché perfetta! Quasi quasi anche un po’ freddino fin quasi a mezzogiorno ma dopotutto, avevo il giubbetto di pelle e una t-shirt.

La SS 81 è davvero divertente anche se tenuta meno bene e soggetta a parecchie disconnessioni visto che il terreno sotto è un po’ franoso. Il passaggio a Penne porta a ritrovare nei giardini il solito furgone del porchettaro, dove ben 4 anni fa, con Alberto ci fermammo a mangiare dopo aver scoperto per la prima volta questa statale bellissima!

Il massiccio del Gran Sasso sulla sinistra diventa sempre più vicino mentre quello della Maiella alle mie spalle si perde all’orizzonte ma non prima di avermi lasciato intravedere uno spicchio azzurro di Adriatico. Il Gran Sasso è coperto da una cappa di nuvoloni scuri, ma a valle è sereno e l’aria tiepida al punto giusto.

Poco prima di Teramo lascio la 81 verso Montorio al Vomano e da qui, sulla SS 80 “del Gran Sasso d’Italia”, bellissima, mi porto rapidamente fino alla malefica galleria Paladini, quella dei vigili urbani di Crognaleto imboscati! Dodici anni fa!!!

Mi concedo il lusso di mangiare il panino farcito con insalata, pomodoro, mozzarella e prosciutto che mi sono comprato al solito posto a Popoli, proprio al tavolino da picnic che hanno messo all’uscita della galleria!

Dopo la breve sosta riprendo deciso per l’Aquila. Avrei voglia di salire a Prati di Tivo ma i 30 km tra andare e tornare, per quella stradella, e l’ora mi spingono a tirare dritto. Al valico della Capannelle vorrei andare per Assergi ma anche qui, alla fine vado giù per la bellissima e divertente discesa fino ad Arischia.

Senza soste tiro dritto per Coppito e poi per Sassa da dove salgo verso Campo Felice lungo la vecchia strada che passa da Casamaina. Divertentissima.

L’aria rinfresca rapida fino ai 1600 metri dei Piani di Pezza a Campo Felice. Mi concedo una lunga sosta, bellissimo posto sempre. Niente aquile in vista. Solo il vento leggero.

Allungo ancora. Passo la galleria, Rocca di Mezzo, Ovindoli e giù verso Massa d’Albe e Magliano de’ Marsi. Una merendina a base di gelato e chinotto (nel bar del microscopico borgo di Santa Iona le mascherine e il distanziamento sociale sono un optional!) e poi via di autostrada a casa.

Segnalo, tanto per cambiare.
E sempre tanto per cambiare, chiappe sempre in sella, soste pochissime e piuttosto brevi.

SS 80
SS 81
SS 696
SS 5 al Valico di Forca Caruso e alla Gole di San Venanzio
La salita da Sassa a Campo Felice


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