sabato 22 dicembre 2012

Solstizio d’inverno…alla faccia dei Maya!

 

Come ovvio attendersi i Maya si sbagliavano alla grande (what else? direbbe un noto tormentone pubblicitario) e così alla faccia delle previsioni che non siano ovviamente quelle meteo il trio si muove ancora e sfida ancora una volta il freddo.
Come altre volte ho avuto modo di scrivere su queste stesse pagine l’aspetto interessante di queste uscite invernali è che trovare altri motociclisti è rarissimo, se non impossibile.
Le temperature oggi? Dai 5 gradi di stamattina o di stasera ad un massimo di una decina verso le 14. Niente male davvero!

La giornata è comunque soleggiata anche se certo non ha contribuito ad asciugare la maggior parte delle strade percorse che per lo più presentavano la solita guazzetta insidiosa che ti attende in curva. Puntuale a ricordarti magari dopo un paio di curve asciutte che la tua moto sa anche pattinare volendo!

Invidio il coraggio –o l’incoscienza?- di Barnaba od Alberto che a volte si esibivano in pieghe per me azzardate visto lo stato delle strade, sarà ma ogni volta che mi distraevo un po’ la sensazione di perdita d’aderenza ora sull’anteriore ora sul posteriore mi ricordava di stare accorto!

Ed a proposito di accortezza alla prima pausa cappuccino al valico di Sassacci sulla Flaminia mi sono accorto d’aver lasciato a casa portafoglio con soldi e patente! E’ andata bene :-)

La giornata è stata bella come sempre con un bel giro quasi senza un programma definito se non quello di andare a mangiare in un’ottima trattoria rustica e caratteristica di Sarteano (SI): cucina tipica toscana e tutto davvero molto buono!

Ricapitolando lasciata la Tiberina ci dirigiamo a nord per riallacciarci alla Flaminia passando sotto l’A1 e poi verso Sant’Oreste. La SS 205 da Narni per Amelia, Guardea e Baschi è sempre davvero bella da percorrere in qualsiasi stagione. Da Orvieto scalo Alberto ci guida su verso il versante orientale del Monte Rufeno su strade mai fatte. Da lì si scende verso Fabro su stradelle improbabili ma attraverso colline davvero belle. La vista oggi è spettacolare. Dal Terminillo al Subasio e fino al Vettore carichi di neve all’orizzonte. Da Fabro per guadagnare tempo prendiamo l’A1 fino a Chiusi e poi a Sarteano per il pranzo.

Dopo pranzo sfruttiamo l’ora di luce rimasta per andarcene per “terre senesi” verso San Casciano dei Bagni e da lì a sud sulla Cassia per San Lorenzo Nuovo da dove raggiungiamo rapidamente Orvieto giusto in tempo per vedere gli ultimi raggi di sole tingere di rosa le montagne innevate all’orizzonte.

Una trafficatissima autostrada ci riporta rapidamente a Roma ed ora che il sole è tramontato da un pezzo il freddo si fa sentire di più.

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sabato 17 novembre 2012

Tra nuvole e nebbia…e quindi pioggia.

Come si diceva di fronte ad un piatto di fettuccine ai porcini consumato lungo il Rio Sparto qui (non male) c’è sempre una prima volta. Ed oggi la prima volta è stata quella di incappare fin dall’inizio in una nuvolaglia bassa e grigia che non prometteva niente di buono nonostante le previsioni. E così è stato costringendoci ad attardarci più del dovuto nel ristorante e dover tagliare parecchio il giro previsto tra l’altro percorso su strade bagnate od umidicce e sotto l’acqua, non forte tuttavia, in più di un occasione

Ma la grande sorpresa di oggi è stata la presenza di Barnaba, dopo mille sole ed appuntamenti mancati, con le ragioni (o le scuse?) più disparate ed incerto fino all’ultimo un suo laconico sms alle 9:25 recitava: “Arrivooooo!!!”.

E così il trio riunito è partito all’avventura tra il convinto ed il preoccupato.

La prima parte fino a Subiaco tutto sommato è stata gradevole anche perché Alberto ci ha condotto per strade a me sconosciute che dall’uscita dell’A24 a Vicovaro Mandela porta a Subiaco passando da Ciciliano, Rocca Canterano e Canterano sulla SP 47a tra i soliti boschi tipicamente appenninici che in questo periodo sfoggiano tutti i toni dal rosso all’arancio sempre belli a vedersi.

Da Subiaco saliamo decisi verso Arcinazzo e gli altopiani omonimi e qui una bassa e fitta nuvolaglia si infittisce fino a diventare pioggerella fine e persistente, di quelle che bagnano irrimediabilmente la visiera che irrimediabilmente si appanna nonostante tutte le precauzioni e le protezioni anti fog…quand’è così c’è ben poco da fare. Per me poi che porto gli occhiali da vista alzare la visiera è anche peggio! Vale la pena prendersi un bel ristoro caldo e così facciamo!

Sempre un po’ indecisi, ma ormai eravamo in alto ed in qualche modo si doveva scendere decidiamo di proseguire verso Capistrello sulla SP 30 che appena passato Filettino attraverso il valico di Serra Sant’Antonio porta in Abruzzo ed offre nella sua parte intermedia un panorama spettacolare della piana del Fucino su verso l’Altopiano delle Rocche e nelle giornate più limpide fino al Gran Sasso ed alla Maiella! Non oggi ovviamente come testimoniano le poche foto fatte.

CI fermiamo comunque nel punto panoramico a fotografare…le nuvole! La SP30 ovviamente è sempre “chiusa”…ci sono cartelli che lo annunciano dopo il bivio per Campo Staffi ma così non è. Certo non è curata, un paio di frane ne riducono la carreggiata ma è asfaltata e soprattutto in questo periodo in parecchi tratti ammantata di foglie bagnate che inducono a procedere con molta prudenza!

Salita e discesa ci inumidiscono le ossa e così poco prima di Canistro ci si ferma a mangiare, tanto piove. Il tempo vola, non piove più e si riparte. Ma ormai è tardi e di passare per Casalvieri e da lì scendere lungo la Melfa per Roccasecca non se ne parla. Percorriamo per un lungo tratto la vecchia statale della Val Roveto, prima volta per Barnaba, ma riprende a piovere e decidiamo di salire sulla superstrada che in un lampo ci porta a Sora non senza averci regalato uno sgrullone.

Altra sosta ristoratrice con the, cappuccino e pasticcini e si fa. Superstrada fino al bivio per Frosinone per Alberto e Barnaba diretti al Circeo e per Ferentino per me.

A1 ed a casa.

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domenica 7 ottobre 2012

Strada bianca e arrosticini

Non succedeva da un pezzo che passasse così tanto tempo tra un’uscita e l’altra e così dopo diversi rinvii e numerosi contrattempi con Alberto si è quasi improvvisata questa: riuscitissima per quantità e qualità. E nonostante la nuvolaglia quasi sempre presente come previsto non ha nemmeno piovuto salvo qualche goccia al ritorno sull’A24.

Appuntamento alle 10 al casello di Fiuggi visto che Alberto veniva dal Circeo e puntualissimi si va, non prima di un cappuccino e cornetto.

La voglia di moto dopo tanto tempo è parecchia. C’è già una mezza idea di giro. Altopiano di Arcinazzo, Val Roveto, Altopiano delle Rocche, Castel Del Monte, Campo Imperatore La prima meta è raggiungere la Val Roveto e da lì salire poi a Campo Imperatore per una rimpatriata di arrosticini da Mucciante, come più di quattro anni fa! Poi si vedrà…

In realtà tempo fa avevo giocherellato con le mappe Google e mi aveva incuriosito la strada tra Vallepietra e Camporotondo che attraversa la dorsale dei Simbruini per ritrovarsi nell’alta Val Roveto, poco a sud di Cappadocia. Diversi anni fa venendo dalla sublacense per errore avevo preso la strada per Vallepietra ma una volta giunto lì dovetti tornare indietro su indicazione dei locali che mi dissero che l’unica strada per proseguire era una mulattiera!

E invece recentemente da Google Streetview è persino possibile seguire il percorso quasi per intero ed alcune foto indicavano la presenza di 3-4 km di strada bianca ma percorribile. Così d’accordo con Alberto abbiamo tentato la sorte e dopo esser saliti agli Altopiani di Arcinazzo abbiamo deviato per Trevi e da lì per Vallepietra decisi a raggiungere Camporotondo attraversando la vallata sulla strada bianca.

Il tratto iniziale della strada passa in quota ed offre scorci molto belli verso i Simbruini e dopo aver superato un santuario (oggi c’era una ressa di persone e macchine che inizialmente c’ha fatto temere che la strada fosse chiusa!) inizia la strada bianca. Classico paesaggio appenninico d’altopiano molto bello ed il gusto di percorrere la strada bianca a tratti parecchio dissestata è comunque sempre interessante a provarsi!

Discesa la Val Roveto fino a Capistrello da lì per guadagnare tempo con la superstrada ed un breve tratto di A25 abbiamo raggiunto Celano per salire sulla notissima SS 696 dell’Altopiano delle Rocche: sempre una gran bella salita fino ad Ovindoli. Discesi nella valle aquilana ancora verso est sulla SS 17 che abbiamo lasciato per raggiungere Barisciano e da lì Calascio e Castel del Monte. Superato questo paese su strade per me molto note ma percorse da Alberto per la prima volta abbiamo raggiunto il valico di Capo Serra sul bordo orientale della piana di Campo Imperatore.

Con una fame notevole vista l’ora gli arrosticini al ristoro Mucciante sono stati più che graditi nonostante l’aria umida e fredda.

La SS 17bis, sempre bellissima per i paesaggi che offre, oggi con una strana luce grigiastra che contrastava i prati ancora molto verdi, ci ha portato ad Assergi e da lì abbiamo raggiunto l’Aquila, ahimé ancora piuttosto disastrata.

L’idea era di raggiungere Tornimparte ma vista la voglia di moto con una deviazione non lunghissima ma molto bella da percorrere in moto abbiamo raggiunto Campo Felice dalla SS 696 e poi SS 684 per poi ridiscendere velocemente dalla nuova variante che porta diretta al casello di Tornimparte della A24.

Autostrada ed a casa. Gran bella giornata!

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sabato 21 luglio 2012

La Maiella come scusa…


Dopo averlo programmato da un po’, nonostante questa sia la terza uscita in moto in un mese e con quello che costa la benzina, con l’ottimo Alberto s’è pensato di uscire oggi ad inizio luglio. E visto che lui era un pezzo che non si affacciava così ad est la destinazione era la Maiella, versante adriatico che poi è quello con le strade migliori. Dire che l’ho presa larga è un eufemismo.
Appuntamento a Ferentino (FR) puntuali alle 9 la prima breve sosta è Sora per una nutriente colazione. Da Sora la notissima e sempre bella SS 666 ma con deviazione verso valle, verso San Donato Val Comino e Atina e verso la ormai notissima, per me, statale “della Vandra”, SS 627…no comment…è diventata davvero una stradella brutta e scomoda (di m…) a parte i primi km fino a San Biagio Saracinisco (FR) più ci si avvicina al Molise e più la strada diventa una una tortura tra sconnessioni ed avvallamenti. Mi consola l’idea che da Isernia si salirà verso nord attraverso la mitica SS 17 con il valico del Macerone e quello di Rionero Sannitico. Davvero spettacolare, divertente e sicura in ogni suo tratto.
Un caffè ed una bibita ristoratrice soprattutto dopo aver attraversato Isernia sotto il sole si parte verso nord, verso la Maiella…o quasi. Come predetto la SS 17 ci porta velocemente ed in maniera divertente verso la Val di Sangro che percorriamo fino ad Ateleta (ad est del fiume quanto basta per stare in provincia de l’Aquila) perché ho voluto rifare al contrario una strada fatta non molto tempo fa dopo aver seguito incuriosito un gruppo di motociclisti di Chieti. Divertente salita nel bosco che sbuca ad est di Roccaraso.
Intermezzo gradevole e saporito in un ristorantino di una Rivisondoli pressoché deserta come la vicina Roccaraso nonostante la stagione inoltrata. Case vuote e sfitte, pochissime persone e macchine in giro.
Dopo Rivisondoli giro a sinistra alla prima troppo presto e troppo tardi mi accorgo che eravamo diretti a nord, verso Cansano: poco male, altro breve valico e si torna verso sud, verso la SS 84 facendo il periplo dell’altopiano delle Cinque Miglia quello che oggi segna 28 gradi ed il 28 gennaio scorso sempre con Alberto –8!
La SS 84 è davvero bella nel suo tratto iniziale, sotto le propaggini orientali del massiccio del Monte Amaro, cima più alta (più o meno 2800 m slm; spesso ci si dimentica che sia di poco più bassa del Corno Grande del Gran Sasso) del gruppo della Maiella: manteniamo una media divertente ma tranquilla fino a Fara San Martino ma da lì preferisco tornare verso la SS 81 anche se fa un giro più lungo perché le strade sono diventate davvero brutte come quelle della mattina. Guardiagrele, Pretoro e Passolanciano.
Ci ritempriamo nel fresco di Passolanciano e poi via. La discesa verso Lettomanoppello si apre in una stretta valle molto bella sulla SP 65 ancora segnata sul fianco sinistro dai segni di un incendio di diversi anni fa e con all’orizzonte nella foschia della calura pomeridiana il Gran Sasso ed il Corno Grande. Una tirata verso la valle del Pescara da Scafa a Popoli sulla SS 5 Tiburtina e da lì sempre sulla SS 5 il tratto bellissimo ed ottimamente conosciuto (quest’anno l’avrò fatto 4 o 5 volte!) che da Raiano risale le gole di San Venanzio ed attraverso il valico di Forca Caruso riporta a Collarmele.
Sono le 20 passate da un po’. Un’altra breve sosta a Collarmele per una bibita ed un gelato, due chiacchiere e via di autostrada fino a Roma giusto in tempo per vedere una sottilissima falce di luna crescente tramontare alle spalle di Roma.
Nota a margine. Dicevo di quante volte ho fatto tra quest’anno e la fine dello scorso il tratto di Tiburtina da Collarmele verso Raiano? E perché la SS 627 della Vandra? Ma visto lo stato pietoso in cui l’abbiamo trovata oggi credo che non mi vedrà per un bel pezzo!

Visualizzazione ingrandita della mappa Video (di Alberto) - Gole di San Venanzio, A Est della Maiella, SS 84 tra Palena e Lama dei Peligni

lunedì 9 luglio 2012

Tra Falterona e Fumaiolo…o quasi

Che non mi divertivo così era un pezzo!

E con la scusa che dovevo andare a riprendermi la moto a Firenze mi sono preso un giorno di ferie per consolarmi della disavventura del 29 giugno scorso con un gran bel giro sia a completamento di quello interrotto il 29 giugno scorso sia perché era parecchio che volevo tornare su parte di queste strade che l’anno scorso mi avevano visto in solitaria per più di 800 km considerando le lunghe e noiose andata e ritorno da Roma. Una quasi replica del 2 settembre 2011 ma con strade nuove o diversamente percorse, a scoprire paesaggi e luoghi diversi dai soliti soprattutto quest’anno che finora mi ha visto ripercorrere parecchie volte più o meno le stesse strade.

Sveglia alle 4:30, primo treno (6:00) per Firenze, alle 7:40 ero alla Stazione di Santa Maria Novella e da lì con un locale alle 8:10 ero a Campo di Marte. Il tempo di una passeggiata di 15 minuti compresa una ricca colazione alle 8:30 ero davanti al negozio legato all’officina dove hanno effettuato la riparazione. Stavolta pantaloni e stivali erano al seguito e non indosso! Il tempo di cambiarmi e pagare col sole che già faceva sentire gli effetti dentro la afosa Firenze salgo in moto e guardingo e placido visti i numerosi autovelox di cui sia Firenze che la Toscana sono tappezzati mi avvio sul Lungarno verso Pontassieve, lungo la val d’Arno. La strada è la SS 67 Tosco-Romagnola che porta fino a Forlì, una delle direttrici storiche verso l’Adriatico romagnolo oltre a quella del valico di Viamaggio da Sansepolcro più a sud.

E le gomme nuove di pacca! Ancora Pirelli ormai definitivamente scelte dopo le non eccellenti esperienze Dunlop e Metzler. Diablo Rosso II al posteriore e Diablo Rosso Corsa all’anteriore. Che ve lo dico a fare?

In breve ero già sulla bella salita della SS 67 del Muraglione ma al bivio per Premilcuore avevo già deciso di fare il giro da sud lungo la vecchia provinciale in modo da fare il valico venendo da est, al contrario dello scorso anno e per me più bello e divertente. Passo davanti al luogo dove una decina di giorni fa si attendeva il carro attrezzi, davanti al luogo in cui la Bandita si era rotta e via. Una stradella stretta ma divertente e comunque ben tenuta in poco tempo mi porta in cima da cui si gode un bel panorama verso il fiorentino e si è già nella provincia di Forlì in pieno Parco Nazionale del Monte Falterona.

Proseguo verso Rocca San Casciano con una breve puntata a nord attraverso il valico di Centoforche e sono di nuovo sulla SS 67 ma in direzione ovest: Rocca San Casciano, il paese lisciato la volta scorsa e forse per fortuna visto che mi ha portato a scoprire questa bella strada del valico dei Tre Faggi.

Come l’avevo immaginato un anno fa discendendola la SS 67 è molto più divertente verso Firenze, con un lungo fondovalle tortuoso ed una salita più lunga che culmina con una serie di tornanti molto ravvicinati proprio a ridosso del valico stesso. Il “muraglione” è sempre lì ovviamente a ricordarmi che sono di nuovo ad appena una cinquantina di km da Firenze! Dopo una breve discesa e tanti zig-zag divertenti sono di nuovo al bivio che mi ha visto passare poco più di un’ora e mezza prima. Proseguo dritto verso Dicomano e da qui verso Londa: mi aspetta una strada molto bella, quella del Valico di Croce ai Mori. In poco più di mezzora divertente sono a Stia, in provincia di Arezzo e sia il caldo che l’ora mi suggeriscono che è meglio sostare un po’ prima di affrontare il valico successivo. Il tempo di una foto all’Arno che qui è un torrente e mi fermo a mangiare e bere qualcosa.

Dopo pranzo la salita al Passo della Calla è favolosa. Non ho incontrato una sola macchina in questo anonimo lunedì, né da sorpassare né incrociata, come testimonia il video che ho girato sulla salita. La strada è sempre ottimamente tenuta, fresca ed ombrosa per quasi tutto il tragitto e ricchissima di curve e passaggi divertenti da percorrere in scioltezza. Una volta in cima entro per qualche km sulla strada che porta al valico di Monte Falco, mi fermo un po’ a rinfrescarmi nel bosco (ci sono solo 23-24 gradi!) e faccio il ritorno a motore spento in folle e senza casco a godere la brezza sul viso…e qualche moschino!

Rapida discesa verso Santa Sofia attraverso la bella foresta di Campigna e lì sotto da davvero caldo. Nonostante questo cerco di risalire in fretta a trovare un po’ di refrigerio attraverso il passo del Carnaio verso San Piero in Bagno ma ormai, vista l’ora, c’è poco da fare.

A San Piero in Bagno anziché ridiscendere verso Verghereto lungo la vecchia Tiberina come fatto il 29 giugno salendo intravedo un cartello invitante che mi indica Forlì attraverso un valico segnalato (Alfero): un’occhiata alla mappa e si va. Bellissima strada che da un percorso più tortuoso ma dai bei paesaggi (riesco a vedere fino ai tavolati calcarei di Urbino) mi porta a due passi dalle sorgenti del Tevere e da lì di nuovo sulla Val Marecchia a Ponte Messa. Ancora un valico, quello di Viamaggio che sulla SS 73 da Forlì porta a Sansepolcro, al contrario di come fu fatto il 29 giugno scorso.

Sono quasi le 18 quando sono a Sansepolcro, ad oltre 2 ore da Roma ma non ne ho abbastanza di curve e tornanti. E così imbocco la strada del Valico di Bocca Trabaria che mi riporta rapidamente nelle Marche col valico omonimo, verso Urbania che raggiungo lungo la bella Valle del Metauro. A Urbania desisto dall’arrivare fino ad Acqualagna per via sia dell’ora che della strada piuttosto anonima e trafficata e così punto seguendo il primo cartello che mi indica Apecchio, la mia destinazione.

La strada provinciale punta decisamente a sud e mi offre una vista inconsueta e molto bella del massiccio del Monte Catria, da nord. A Piobbico faccio un’ultima sosta ristoratrice e parto deciso verso la salita che mi porta al valico di Bocca Serriola, verso Città di Castello da cui poi via E45 ed A1 raggiungerò Roma. Sia la strada tortuosa, ben tenuta, che i continui avvisi di controllo elettronico della velocità mi fanno tenere più o meno in media con i limiti di velocità e da lì a poco scopro d’aver fatto bene…a partire dal valico stesso ed in posizione criminale (qui la storia) una serie di una decina di autovelox fissi sono piazzati in punti strategici a batter cassa! Mi accorgo dopo che sono stati tutti dismessi e che sono vuoti ma le inconfondibili colonnine bastano a provocare brusche frenate! Su una strada dove avrò incontrato in direzione contraria alla mia si e no 5 macchine!

Alle 20 passate sono a Città di Castello. E’ ora di rientrare a Roma dove arriverò verso le 22.

Quasi 700 km di cui 450 km di puro curvismo.

Niente da dire e da fare. Se penso a certe strade più centrali dell’Appennino che ho fatto e rifatto queste sono davvero fantastiche. Solo che sono molto lontane e occorre mettere in preventivo la bella stagione, lunghe giornate di luce, ed un’andata ritorno da Roma di circa 4-500 km!


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Video Passo della Calla, Valico dei Tre Faggi (girato il 29/6 da est verso ovest), Passo del Muraglione

venerdì 29 giugno 2012

Crac…e la moto non va più

29 giugno. Festa patronale romana.

Il mio barbiere, motociclista anche lui, con cui raramente si è usciti insieme a causa del suo lavoro e del mio non amare uscire in moto di domenica, mi convince a fare un giro con lui, portandolo per strade e percorsi che altrimenti da solo non saprebbe organizzare.

La cosa fu fatta nel 2008 come prima volta e quel giorno Barnaba si è spalmato per terra distruggendo mezza moto, due anni fa con un suo altro conoscente senza alcun motivo la pasticca posteriore della Bandita appena montata andò in fumo e, dulcis in fundo, bucai ad oltre 100 km da casa fatti dopo una riparazione con la bomboletta che non sai mai se tiene davvero (per fortuna le gomme allora erano da buttare).

E così oggi, a metà giro, dopo aver sbagliato strada prima di Rocca San Casciano, quasi al termine della provinciale che riporta sulla SS 67, improvvisamente sento strack, patrack…zzzzzzzzz e la mia moto muore lì…(pick up delle candele in pezzi, frullata di carter spaccato, fuoriuscita dell’olio bollente su gomma e stivale…santo stivale!!!)

Come dite? L’ho pensato anch’io ma sono e voglio restare troppo razionale per crederci!

Un’ora di attesa del carro attrezzi sperduti dove il telefono prendeva pochissimo e male. Su consiglio del soccorritore motociclista anche lui (daì retta ai bischero…oh he tu la lasci qui he l’è un mucchio di incapaci…la si porta a Firenze che l’è autorizzato Suzuki!) portiamo al moto a Firenze e poco prima congediamo il mio barbiere affinché si goda almeno una parte del giro di ritorno indirizzandolo verso il Passo di Croce a Mori. E per fortuna era festa solo a Roma!

Diagnosi: circa 130 € di pezzi di ricambio ma il mecca guarda laconico la piramide atzeca che la mia gomma anteriore aveva al posto del solito profilo e mi fa? “…e hodeste hommine?”…mi preventiva un fantastico prezzo di 200 €, davvero ottimo, per delle Pirelli Diablo e lo incarico di fare anche il cambio gomme.

Dopo avergli lasciato giubbino e casco, in una torrida Firenze con pantalone (estivo un par di ciufoli quando ci vai a piedi), stivali e maglietta della nazionale tedesca (…giusto ieri contro i tedeschi agli europei per fortuna vittoriosi) mi incammino a piedi verso Firenze Campo di Marte. 44 € di biglietto tra locale per Santa Maria Novella e Freccia Argento per Roma ed alle 20:40 la mia fantastica mogliettina m’è venuta a prendere alla stazione. Sabato prossimo “l’è bella he pronta”…

sabato 2 giugno 2012

Tra Lazio, Abruzzo e Molise. Un giretto…da 700 km!

E dopo un maggio estremamente piovoso si parte per un gran bel giro.

Quasi improvvisando mi trovo sulla A24 e decido di uscire a Celano (AQ) per tornare dopo un bel po’ sull’Altopiano della Rocche attraverso la bella SS 696 a partire da sud. L’aria è fresca ed invita a viaggiare tranquilli e rilassati a godersi il fresco ma le strade sono bene asciutte e senza insidie neanche nelle zone in ombra come accade anche d’estate in montagna.

Una ricca colazione nella piazza di Rocca di Mezzo e poi via verso nord, verso la piana de l’Aquila. Come spesso accade mi perdo un po’ tra le varie stradelle vicinali della zona di Panfilo d’Ocre ma alla fine, tra i resti ancora drammatici e così evidenti del terremoto raggiungo la SS 261. Una bella strada di fondo valle che improvvisamente risale verso la provincia di Pescara e che invece ridiscendo verso la Tiburtina dopo Castelvecchio Subequo.

Quest’anno è la seconda o terza volta che passo di qua ma ogni volta è sempre divertente, è davvero un gran tratto di strada per motociclisti.

A Collarmele volto verso sud-est, Pescina, Ortona de’ Marsi nella Val Giovenco: il mio obiettivo è la vecchia SS 83 che fa il giro intorno al massiccio che sovrasta Cocullo e che la A25 attraversa con una galleria di oltre 3 km: il valico dell’Olmo. Ho visto agonizzare una serpe che era stata appena schiacciata dalle ruote di una macchina. M’ero fermato per spaventarla affinché si togliesse dalla strada e invece stava lì a contorcersi e schizzare sangue dalla bocca ad ogni torsione!

Da Cocullo per stradelle vicinali e bruttarelle vado verso Sulmona e da lì a Pacentro salgo verso la Maiella in cerca di frescura: fa davvero caldo oggi. La salita da Pacentro sulla SS 487 è una sorpresa. Fatta in discesa diversi anni fa con Barnaba si rivela divertente e sicura e piena di tornanti che pare lo Stelvio!

Resto su questa Statale fino a Passo San Leonardo e ridiscendo (la strada da qui è davvero mal tenuta!) verso Roccamorice dove un locale mi conferma quanto avevo visto sulla carta: c’è una strada piccola e stretta ma che passa in boschi e bei posti da vedere che porta dritta al Blockhaus, sopra Passo Lanciano, la parte più alta della Maielletta e raggiungibile in moto od in auto.

Una breve sosta a godere il panorama verso l’Adriatico e Monte Amaro (la vetta del massiccio della Maiella) e ridiscendo verso Pretoro e Guardiagrele, sulla SS 81 prima e su strade provinciali poi, fatte altre volte, da solo o in compagnia, che mi lasciano costeggiare tutto il versante orientale del massiccio: Palombaro, Fara San Martino, Lama dei Peligni, Palena.

Al termine dell’ultimo breve valico (della Forchetta) si apre davanti a me verso sud la Piana delle Cinque Miglia verso Roccaraso. Quasi d’istinto seguo un gruppo di motociclisti che deviano a sinistra verso Ateleta. Ottima scelta. Una bella strada sale in fretta e ridiscende rapida verso la val di Sangro…un altro po’ e arrivo sulla costa adriatica!

E’ ora di rientrare…hai voglia! Superstrada fino al bivio per la SS 17 e come se non bastasse per oggi mi faccio i valichi di Rionero Sannitico e del Macerone sempre belli e divertenti anche se lo sono molto di più verso nord.

La SS 627 della Vandra mi riporta ad Atina e poi di superstrada a Sora. Con breve deviazione per un saluto a Casalvieri.

Ferentino, A1…a casa.

 
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Video della stradella che da Roccamorice porta alla Maielletta