venerdì 3 settembre 2021

Intorno al Gran Sasso o giù di lì…




Sto invecchiando!  Alle 15 ero cotto e mi sono rimesso in strada per Roma, ed ero a Chieti. E’ vero che ho fatto la Tiburtina fino a Popoli e poi sono andato a prendere l’A25 a Pratola Peligna ma insomma…in altri tempi mi sarei buttato per Raiano e la vecchia Tiburtina attraverso le Gole di San Venanzio e il valico di Forca Caruso!
Sarà davvero l’età, o forse un po’ di caldo a fondo valle, o più semplicemente che bene o male da solo ti rompi e le soste sono davvero limitate! In pratica, come sottolineato altre volte, è più il tempo che sto in sella che altro.

Ultimo giorno di ferie e un giro ci stava tutto. Comunque sia è stato un bel giro, temperatura pressoché perfetta, da giubbotto di pelle e maglietta e caldo davvero poco, tranne che da Tivoli in poi ovviamente.

Partito di buon ora alle 10, via autostrada, ero già all’inizio della SS 80 deciso a tornare al lago di Campotosto.
Ovviamente che ve lo dico a fare? Notevole come sempre la salita da Arischia fino al valico delle Capannelle! Strada perfetta oggi anche se, come ho già avuto modo di dire, è parecchio che “passeggio” senza grandi pretese.

Non andavo al lago di Campotosto da prima del terremoto del 2016, ed è stata una riscoperta graditissima, tranne ovviamente per lo stato di desolazione e abbandono che c’è tra le rovine del paese semidistrutto dal sisma. Ho comprato da mangiare presso l’unico piccolo negozio di generi alimentari sito in un container sulla vecchia piazza (che non esiste praticamente più).

E mi sono fermato a mangiare dove una vita fa, 6 novembre 2010, ad Alberto si scaricò completamente la batteria per aver dimenticato le luci accese dopo aver mostrato la sua moto ad un tipo curioso! Ricaricata grazie alla mia Bandit!

Ridisceso sulla SS 80 l’ho percorsa, cosa sempre graditissima e divertente, fino a Montorio al Vomano e da lì un po’ seguendo l’itinerario che mi ero prefisso, un po’ sbagliando allungandomi troppo verso Chieti dopo Penne anziché fare la forca di Penne e ridiscendere verso Ofena e poi magari Castel del Monte. Sarà per un’altra volta.

Da dimenticare assolutamente la SS 365 di Bisenti: per oltre la metà del percorso, da Bisenti a Castiglione Messer Raimondo, piena di dissesti, tagli e spaccature ha messo alla prova la mia pazienza e la mia colonna vertebrale. Non ne vale assolutamente la pena, tanto vale, come fatto altre volte, proseguire sulla 80 e incrociare direttamente la 81.
Solo un motivo la rende degna di nota: il panorama è spettacolare.

Stamattina, da qualche parte sulla SS 365, dalle parti di Bisenti (TE), vedevo contemporaneamente il massiccio del Gran Sasso con le cime del Camicia, del Prena, le Torri di Casanova, il Corno Grande e il Corno Piccolo, il Vettore, il Sibilla (non sono certo se per caso potesse essere il Porche, ma non credo) e, lontani a nord-ovest, le cime forse di Bolognola.

Peccato per la foschia.

A Castiglione ho preso la bellissima SS 81, vale sempre la pena di percorrerla, sia per la qualità motociclistica della strada che per i panorami che spaziano dal massiccio del Gran Sasso all’Adriatico.

A Penne ho fatto una breve sosta rinfrescante in un ombroso chiosco di un bar. Come predetto anziché prendere subito verso l’aquilano attraverso magari Farindola o il valico di Penne mi sono allungato fin quasi a Chieti e a quel punto la stanchezza ha iniziato a farsi sentire un po’, e come predetto, un pezzetto di Tiburtina (e due maledetti autovelox imboscati…speriamo bene, dovrei aver frenato in tempo!) e poi via di autostrada.

Alla prossima.