venerdì 28 febbraio 2020

Di 28 ce n’è uno (29)

Sarebbe stato simpatico uscire domani, 29 febbraio, ma come ho detto altre volte, cosa c’è di meglio che andarsene a spasso in moto quando gli altri lavorano? Detto fatto: un giorno di permesso di recupero e si va. In questo strano periodo di Corona virus, dove un po’ si ha l’impressione, un po’ è vero, i paesi attraversati sono stranamente calmi, poca gente in giro.

Dopo almeno due settimane di clima mite oggi il sole splendeva forte, ma le temperature si sono decisamente abbassate, e così, a parte le ore pomeridiane rientrando a Roma, l’aria era decisamente frizzante, con una visibilità raramente osservata. Dai versanti orientali dell’Amiata si potevano vedere perfettamente, anche perché le cime innevate spiccavano nell’azzurro del cielo, il gruppo del Terminillo, il Vettore e i Sibillini e parte del gruppo del Monte Cucco. Così come, scendendo dal Monte Rufeno, lontanissimi si vedevano i profili delle Apuane e dei monti a nord di Arezzo.

Come al solito indeciso sul da farsi, con una mezza idea di raggiungere la val D’Orcia, non avevo deciso se andar su di Cassia o fare un giro preliminare verso Orvieto. Alla fine ho preso l’A1 e sono uscito ad Attigliano. Non so nemmeno io perché mi sono ritrovato a fondo valle anziché salire verso Guardea ma tant’è, campagne nuove e strade sfasciate.

A proposito di strade. Come altre volte ho notato lo stato di queste è il più delle volte pessimo, che siano statali o stradelle provinciali poco importa. E nel territorio piuttosto “agitato” che ho attraversato, le sconnessioni, i dislivelli, gli avvallamenti bruschi erano ricorrenti a volte in maniera davvero fastidiosa. A un certo punto mi sono ritrovato davanti un vero e proprio gradino, e per fortuna che andavo piano e m’ero alzato sulle pedane, altrimenti sai che botta alla schiena!

Raggiunta Montecchio ho continuato a salire verso Todi, passando dalle colline, e dopo Morre sono risceso verso il Lago di Corbara per ritrovarmi proprio dove inizia il tratto divertente. La siccità era evidente. Il Tevere che già dopo Todi inonda la parte stretta dell’invaso era largo una quindicina di metri appena, ed il tratto di vero e proprio lago mostrava evidenti i segni dell’abbassamento sulle sponde secche da mesi.
Dopo uno spuntino ad Orvieto Scalo ho proseguito lungo la bella strada di fondo valle che va verso Allerona, salendo gradualmente verso il Monte Rufeno, in questa stagione davvero desolato. Il panorama a scendere verso la valle del Paglia spettacolare! A Trevinano punto a nord verso San Casciano dei Bagli, la meta è Radicofani per poi passare sul versante orientale dell’Amiata e rientrare dal lato tirrenico. Fino Piancastagnaio la strada è sempre divertente, il paesaggio sulla vallata ed i monti all’orizzonte compensano…le buche!

L’idea di fare un giro in val D’Orcia è rimandata, oggi era troppo tardi e se è per questo, anche troppo freschino!

Per rientrare verso Pitigliano e poi Manciano ho scelto strade secondarie, bellissime campagne, con un finale maremmano con tanto di gregge di pecore da far passare.
Da Montalto a Roma è storia nota e noiosa, ormai tutta autostrada.