venerdì 18 dicembre 2020

Passeggiata montana

Approfittando ancora una volta del venerdì di cassa integrazione e delle previsioni per una giornata fredda ma assolata ho organizzato al volo questa passeggiata concentrata in poco più di una mattinata: partito per le 9:30, alle 14:00 ero già a casa, e durante quelle ore, tranne le brevissime soste per qualche foto, non mi sono mai fermato.

Dopo tutto pur avendo a breve parecchi giorni di ferie tempo che, causa Covid, ci sarà di nuovo un lockdown totale per le feste e non potremo muoverci!

Una passeggiata per godere dei panorami, dell’aria tersa,  e della vegetazione scarsa e scura di queste giornate sono bastate.

Ho ripercorso, come la volta scorsa,  la bella strada che dal casello di Castel Madama va a sud passando da Sambuci, poi di nuovo su e giù da Rocca Canterano per Subiaco ma stavolta ho puntato verso Monte Livata: sapevo che avrei trovato le strade pulite, poca neve e ben cosparse di sale, però devo dire che nei tratti umidi e in ombra (e decisamente freddi!) andavo “con le rotelle” perché la gomma anteriore spesso mi trasmetteva quella sgradevolissima sensazione di slittamento…

La natura della zona intorno a Monte Livata, la classica appenninica, ricca di faggete splendide, lascia sempre belle sensazioni; i tratti di prato e di bosco tuttora innevati, anche se per una decina di centimetri appena, contrastavano il verde dei prati ed i toni autunnali dei boschi.

Ho proseguito poi per Jenne e da qui ancora verso Vallepietra per poi ridiscendere verso Trevi nel Lazio. La stretta gola dell’Aniene nel suo tratto più alto (le sorgenti sono a pochi km da Vallepietra) era  ancora completamente in ombra e la strada decisamente insidiosa: lentamente ho percorso quei km godendo lo spettacolo degli alberi ricoperti di brina.

Da Trevi verso gli Altopiani di Arcinazzo e giù a Guarcino, strade note.

Di ritorno verso Roma avrei voluto fare tutta la Prenestina ma a Fiuggi un po’ ho sbagliato un po’ tutto sommato la Casilina è gradevole ho proseguito con quest’ultima fino a San Cesareo dove ho preso l’A1 per il breve tratto fino a Roma.

Nota tecnica. Confermo che la maglia termica che ho comprato è un portento!








martedì 10 novembre 2020

L’estate di San Martino tra Lazio e Abruzzo



Con un gran bisogno di staccare la spina dal lavoro, quasi senza preavviso ieri mi sono preso permesso per oggi, per andarmene appositamente a zonzo con la mia fidatissima compagna di decine di migliaia di km macinati insieme ormai dal 2013! E con la certezza di trovare un’aria mite, in questo inizio novembre degno della leggenda del santo che divise il suo mantello col povero!

Che coincidenza con l’uscita dell’11 novembre di due anni fa! Anche allora una giornata mite ed un’uscita molto bella!

Innanzi tutto parliamo del nuovo acquisto! Ieri, dopo aver scambiato consigli con un amico che la sa lunga in proposito, sono andato da Cisalfa e mi sono comprato una superlativa maglia tecnica “Thermal Plus” della Reusch. Credo di aver finalmente risolto i problemi di spifferi e freddo, ad averci pensato prima, un po’ come per la fascia lombare che tra l’altro ho scoperto che ora che fa freddo tiene al caldo tutta la zona! E’ vero che oggi l’aria era particolarmente mite fin dalle 10 ma salendo di quota o nei versanti in ombra è comunque autunno inoltrato e la maglia termica fa egregiamente il suo lavoro! Quando sto fermo sembra di avere un termosifone sulla pelle! Ottimo!

Ma veniamo al bel giro che, tanto per cambiare mi ha portato su strade nuove e gradevoli e con ritorno apprezzatissimo sulla Sublacense, tra Subiaco e Jenne, davvero notevole.

A Vicovaro Mandela lascio l’autostrada per esplorare questa nuova provinciale, fatta un paio d’anni fa in macchina quasi per caso e che mi aveva incuriosito. Attraversando colline e campagne, in un gradevole saliscendi e tutto sommato ben tenuta passa i paesi di Sambuci, Ciciliano, Cerreto Laziale, si inerpica a scavalcare il versante occidentale della valle dell’Aniene. Sale rapida con dei bei paesaggi, e passaggi!, verso Rocca Canterano e ridiscende a Canterano reincrociando la SS 411 che da Arsoli va a Subiaco.

Da qui è stato bello riscoprire la bellissima strada, caratterizzata dai famosi monasteri all’inizio: inizialmente molto stretta, costeggia in alto tutto il versante orientale dell’Aniene, che si scorge in più tratti nella stretta valle, fino a Jenne.

Lo stesso tornate, oggi e nel 2007! Era tiepido anche allora!



Da qui si sale rapidamente verso gli Altopiani di Arcinazzo, sempre molto suggestivi. Dopo anni ho riconosciuto subito l’incrocio per Trevi e Filettino. Dovrò tornarci prima o poi. Sarà ancora chiusa la bella strada di Valle Granara verso Capistrello? Non ci vado dal 2015 ed allora c’era ancora il mezzo “new jersey” facilmente aggirabile con la moto. Il rischio di queste semi-chiusure è che magari passi da un lato, ti fai bei km e trovi sbarrato dall’altro costringendoti a tornare indietro, salvo aspettare per vedere se viene su qualcuno dalla direzione opposta!

Da Arcinazzo la strada è sempre paesaggisticamente molto bella, il sole è ormai alto e le strade ben asciutte, sull’asfalto poche foglie secche, innocue.

Dopo Guarcino incrocio la Prenestina che mi porta rapidamente al bivio per Veroli. E’ giorno di mercato e la deviazione obbligatoria mi porta ai ruderi della rocca da cui si gode un bellissimo panorama della valle del Sacco.

L’idea iniziale era raggiugere da Forca d’Acero Alfedena per tornare a pranzo nell’ottimo ristorante “La ruota” ma è tardino e questa meta lontanuccia. E così pregusto il pranzetto a Forca d’Acero come appena finì il lockdown dello scorso inverno e si poteva arrivare ai confini del Lazio! Peccato averlo trovato chiuso! Dopo tutto, di martedì, a novembre, ma chi ci va? Giusto io!

La salita da Sora su a Forca d’Acero è sempre spettacolare, la strada poi è asciutta ed ottimamente asfaltata!

A parte le doverose fotografie del bosco sulla cima, fittamente tappezzato di foglie di faggio rosso ruggine, il contrasto tra le cortecce grigiastre e il fogliame, che spettacolo…ma a parte questo senza soste ridiscendo a valle, incrocio Opi splendente al sole e punto verso Pescasseroli dove ho intenzione di mangiare in un posto che già conosco.





Ottima scelta. Un pranzo davvero gustoso, seduto al sole come le lucertole, da solo, ben distanziato, in regime Covid che ci accompagnerà chissà per quanto ancora! A proposito: ho fatto appena in tempo a passare in Abruzzo, da staserà sarà zona arancione, nessuno entra od esce!




Pescasseroli, valico di Gioia Vecchio, Pescina, autostrada a Celano: è storia nota e discesa prudente. La strada è spesso in ombra dopo il valico e molto umida, insidiosa.

Segnalo…le solite strade, a parte le provinciali 42 e 47 da Vicovaro verso Canterano. Ottime per una passeggiata al volo fuori Roma.

venerdì 30 ottobre 2020

Un po’ d’Abruzzo non fa mai male!

Album Fotografico


Dopo una pausa di un mese e mezzo e con il gran caldo ormai dimenticato approfittare della bella giornata era quasi un dovere. Peccato che a causa di guanti sbagliati, pile sbagliato e l’aria decisamente freschetta delle quote raggiunte o dei versanti in ombra, a parte il fondovalle della SS 261 ho sempre avuto freddino! Con l’aggiunta dei soliti problemi di spifferi del casco nonostante il mezzo passamontagna con sottogola e pettorina comprato l’anno scorso!

Però che meraviglia. Praticamente tutta la girata è stata accompagnata dai meravigliosi colori dei boschi in autunno: dal giallo degli aceri, all’arancio ed ocra dei roveri, ancora i toni dell’arancio e del rosso delle faggete, fino al bruno scuro, il viola ed il marrone alle quote più alte! Che spettacolo. Un giro nei colori d’autunno.

Inutile che segnali le bellissime SS 80 da Arischia al Valico delle Capannelle, la SS 17 bis e la SS 261.

Raggiunta L’Aquila mi concedo la salita dalla SS 80 verso il valico delle Capannelle: deserta e asciutta, le condizioni ideali per divertirsi anche se l’aria pungente non ispira velleità corsaiole. Preferisco godermi i toni nitidi nella luce del mattino.

Quasi al valico devio a destra sulla provinciale che costeggia in alto i contrafforti settentrionali del massiccio del Gran Sasso, con i prati bruniti dalla lunga siccità di quest’anno e dai primi freddi. Raggiunta la SS 17 bis si sale verso Campo Imperatore. Lo spettacolo che offre quel posto è sempre affascinante, l’aria limpida di stamattina contrasta i diversi colori delle rocce e sembra avvicinare il Corno Grande all’ampio pianoro giustamente soprannominato “piccolo Tibet” ricordando in piccolo gli immensi pascoli e gli altopiani tra la Mongolia e il Tibet.

Essendo ormai mezzogiorno mi concedo un gustoso panino da Mucciante, mi scaldo al sole come le lucertole e mi godo l’aria fresca: anche qui il regime Covid è rispettato, distanziamento, divisori sui tavoli e mascherina obbligatoria dentro il locale.

L’aria frizzante riempie i polmoni che è un piacere, dopo ore ed ore di mascherina per noi cittadini.

Dopo pranzo scendo verso Castel del Monte attraverso il Valico di Capo Serra: la strada è stata riasfaltata da poco ed è ancora più gustosa da percorrere. Ma che freddo però! Non vedo l’ora di scendere a valle.

La meta è San Demetrio nei Vestini, sulla SS 261, e lo raggiungo con un itinerario nuovo per me, una bella strada nel verde che da San Pio delle Camere raggiunge il fondovalle dell’Aterno. Quanti cantieri ancora, quanti edifici rappezzati e deserti, dopo 11 anni dal terremoto!

Sulla 261 l’aria è finalmente tiepida. Ma me la godo poco. Non appena raggiunto Molina Aterno devio per Secinaro, all’ombra del Sirente, versante umido e in ombra. Rivedrò un po’ di sole a Rocca di Mezzo, ma lì la quota lo rende comunque poco efficace.

Ormai sulla strada di ritorno, dopo un pieno di benzina a Ovindoli scendo rapidamente verso S. Jona e Magliano dei Marsi. Autostrada e a casa.


venerdì 18 settembre 2020

La val d’Orcia e l’Amiata–un grande ritorno!

Conservo delle strade non troppo lontane dalla vetta dell’Amiata un ricordo che risale al 2008! Ricordo di stradelle strette e scassate, soprattutto nel grossetano. A distanza di 12 anni le cose non sono cambiate poi così tanto, e comunque oggi sono rimasto per lo più alla base.

Gran bel giro! Mi sono proprio divertito. Partito di buon’ora con un traffico degno delle peggiori giornate romane l’autostrada mi porta rapidamente a Orvieto e alle 9:30 ero già lì punto di partenza per un giro studiato a tavolino e con la voglia di tornare da quelle parti.

La giornata è tiepida al punto giusto, fino alle 11 circa l’aria freschina rendeva lo smanicato in pile sotto il giubbino estivo gradevole assai! Non ho mai avuto caldo, grazie ad una brezza leggera sui colli, e solo in rari tratti di fondovalle dopo le 14 si sentiva il caldo che ancora insiste nonostante siamo a fine settembre. Solo dopo Canino, avvicinandomi al Tirreno, e sull’autostrada fino a Roma la calura si sentiva.

La bellissima SS 71 da Orvieto fino a Chiusi l’avevo dimenticata, notevole davvero! Anche perché l’ultima volta era inverno e faceva freddo assai! E’ una strada davvero molto bella, anche paesaggisticamente, e inoltre tra le poche di oggi veramente ben tenuta. La sorpresa è stata ritrovarsi a Ficulle e riconoscere il famoso bar degli adesivi “Smanetta bike” dove ci fu una sosta del gruppone del mitico raduno del lago Trasimeno, era il 2006!!! Per il resto solite sconnessioni e avvallamenti, soprattutto nel tratto senese dove il fondo è assai precario.

A Chiusi punto a sud verso la bellissima Sarteano e da lì ho costeggiato il versante settentrionale dell’Amiata passando da Radicofani, inconfondibile sul poggio con la torre che svetta, Castel del Piano e Montenero. Forse per la prima volta ho attraversato Castel del Piano e m’è sembrato un paese davvero delizioso, da visitare, con una splendida piazza-giardino.

La mia destinazione è Montalcino, con calma e alla larga, e sono in tempo per arrivarci all’ora di pranzo, mi piacerebbe mangiare qualcosa nel giardino che già conosco.

Da Castel del Piano sono nel grossetano, raggiungo Montenero e Sant’Angelo in Colle, e quindi dopo aver varcato il fiume Orcia rientro nel senese e con una bella “corsa” sulla altrettanto bella strada in saliscendi e curve morbide passo il valico dal curioso nome “Passo del Lume Spento” raggiungo Montalcino.

A pranzo “pinci al ragù” obbligatori!

Dopo un’oretta di sosta mi rimetto in marcia e inizia a far caldino. Da stamattina a parte brevi soste per qualche foto e bisogni idraulici tutta una tirata da Roma! E così sarà il pomeriggio! Iron biker c’è sempre e confermo che la fascia lombare è un toccasana!

Ritorno verso la val D’Orcia a San Quirico ma poi mi tengo a nord: Pienza, Montepulciano e poi di nuovo a sud, ancora incrociando Sarteano, San Cascianod dei Bagni, Celle sul Rigo e la valle del Paglia a Ponte a Rigo.

Un rapido tratto di Cassia, incrociata anche stamattina ma 30 km più a nord, mi porta Acquapendente e approfitto della forma per puntare verso il Tirreno con la Castrense: in meno di un’ora passando da Valentano e Canino, sono a Montalto. Bibita fresca, gelato e caffè e si riparte: Aurelia e autostrada.

Segnalo:

le strade di oggi sono tutte paesaggisticamente molto belle ma a parte brevi tratti non sono mantenute proprio benissimo.
SS 71 Umbro Casentinese – da Orvieto fino a Cesena è bellissima tutta!
 

Le prime due foto sono del Raduno 2006 al Lago Trasimeno con sosta a Ficulle!


Ficulle oggi, stesso bar, stessa insegna!
















giovedì 27 agosto 2020

Uscita filippina. Giovedì!

Come i filippini, il giovedì libero! Ma nonostante quel che Marzocca/Ariel, lo svampito domestico filippino, diceva ogni volta, non s’è svampato niente!

Magari sbaglio ma facendo mente locale credo non sia mai accaduto che uscissi questo giorno della settimana, ma così è stato complice questo scampolo di ferie e cassa integrazione! (ovviamente tanti motociclisti in giro ma siamo tuttora in periodo di ferie per parecchi).

E finalmente, dopo la disfatta di un paio di settimane fa oggi avevo voglia ed ero in forma, nonostante la pessima notizia del radiologo di lunedì: pare che il mio inguine destro abbia deciso di produrre un’altra ernia nonostante l’operazione dell’anno scorso: si chiamano recidive non a caso!
Tra l’altro la calura non mi ha affatto infastidito e addirittura il tratto autostradale, partito di buon’ora, e fin quando non sono sceso dall’Altopiano delle Rocche soltanto verso le 10:15 ho tolto lo smanicato di pile da sotto il giubbetto estivo. E per il resto della giornata tranne qualche tratto a fondo valle sulla Tiburtina dopo Popoli e ormai prossimo a Roma al rientro nel tardo pomeriggio direi che si stava molto bene!

Oggi ho provato il mio nuovo acquisto. Mai usata prima mi sono deciso a scopo preventivo e ho preso una cintura lombare della Acerbis: molto curata nella fattura e nei particolari, materiali di qualità. Nonostante la mia postura sia essenzialmente corretta la cintura aiuta a non insaccarsi, allevia la tensione sui lombi e sulla colonna e scarica un po’ il peso. A parte il fatto che in questa stagione fa sudare un po’ direi ottimo acquisto!

Un gran bel giro, tutto abruzzese, che casualmente ha visto avere quasi sempre a portata di sguardo il massiccio del Gran Sasso con le sue cime sbiadite dalla canicola.

Poco prima delle 9:30 ero già a Campo Felice, uno dei posti dell’Appennino che più amo, sempre bellissimo a vedersi, respirando l’aria fina camminando piano lungo la strada che l’attraversa.
La solita galleria mi ha portato in un attimo a Rocca di Cambio e da lì verso Terranera e giù fino ad Onna, sulla SS 17. In dubbio se fare la bella SS 261 e le gole di San Venanzio per poi risalire verso Scafa ho optato per la prima: dopo tutto l’obiettivo principale era tornare sulla Maiella passando da Passo San Leonardo.

Tanto per variare sono salito a Capestrano e poi a Bussi sul Tirino. Mi sarebbe piaciuto fare una stradella vista su Google Maps ma una volta arrivato agli impianti di trasmissione, una selva di antenne radiotelevisive e telefoniche sono dovuto tornare indietro perché in pratica la strada finiva lì, o per lo meno non sono riuscito a trovarla!

Con la Tiburtina ho raggiunto rapidamente Scafa e poi da lì una sorprendente SR 487, asfaltata di fresco fino a Caramanico Terme! Dopo di che la solita strada scassatella fino al valico e a tratti anche oltre: però molto bella. Non vorrei sbagliare ma credo proprio che l’ultima volta che passammo da quelle parti era il 2014!

Poco dopo il valico, ventilato, gradevolissimo, mi sono fermato lungo la strada e ho consumato i due gustosi panini che m’ero fatto preparare all’ombra dei faggi. Il tempo di riposare un po’ e ristorarsi e via di nuovo in sella.

Rapidamente, senza soste tutta una tirata lungo strade molto note. Campo di Giove, Roccaraso e l’Altopiano delle V Miglia, Alfedena, la bellissima statale della Val di Sangro fino a VIlletta Barrea, la strada che s’inerpica veloce e panoramica verso Passo Godi; e giù ancora a Scanno, come l’anno scorso lungo il lago e le gole del Sagittario fino ad Anversa degli Abruzzi. E per non farsi mancare proprio niente su a Cocullo e verso il Valico dell’Olmo, sempre affascinante.


Segnalo:

SS 696 dal casello di Tornimaparte fino a Campo Felice
SP 38 da Rocca di Mezzo fino alla SS 17 (alternativa per salire o scendere dalle Rocche)
SS 153 della valle del Tirino
SR 487 da Scafa fino a Campo di Giove
SS 83 ed SR 479 da Alfedena ad Anversa degli Abruzzi
SP 60 del Valico dell’Olmo