Sarebbe stato simpatico
uscire domani, 29 febbraio, ma come ho detto altre volte, cosa c’è di meglio
che andarsene a spasso in moto quando gli altri lavorano? Detto fatto: un
giorno di permesso di recupero e si va. In questo strano periodo di Corona virus,
dove un po’ si ha l’impressione, un po’ è vero, i paesi attraversati sono
stranamente calmi, poca gente in giro.
Dopo almeno due settimane di clima mite oggi il sole splendeva
forte, ma le temperature si sono decisamente abbassate, e così, a parte le ore pomeridiane
rientrando a Roma, l’aria era decisamente frizzante, con una visibilità
raramente osservata. Dai versanti orientali dell’Amiata si potevano vedere
perfettamente, anche perché le cime innevate spiccavano nell’azzurro del cielo,
il gruppo del Terminillo, il Vettore e i Sibillini e parte del gruppo del Monte
Cucco. Così come, scendendo dal Monte Rufeno, lontanissimi si vedevano i
profili delle Apuane e dei monti a nord di Arezzo.
Come al solito indeciso sul da farsi, con una mezza idea di
raggiungere la val D’Orcia, non avevo deciso se andar su di Cassia o fare un
giro preliminare verso Orvieto. Alla fine ho preso l’A1 e sono uscito ad
Attigliano. Non so nemmeno io perché mi sono ritrovato a fondo valle anziché
salire verso Guardea ma tant’è, campagne nuove e strade sfasciate.
A proposito di strade. Come altre volte ho notato lo stato di
queste è il più delle volte pessimo, che siano statali o stradelle provinciali
poco importa. E nel territorio piuttosto “agitato” che ho attraversato, le
sconnessioni, i dislivelli, gli avvallamenti bruschi erano ricorrenti a volte
in maniera davvero fastidiosa. A un certo punto mi sono ritrovato davanti un
vero e proprio gradino, e per fortuna che andavo piano e m’ero alzato sulle
pedane, altrimenti sai che botta alla schiena!
Raggiunta Montecchio ho
continuato a salire verso Todi, passando dalle colline, e dopo Morre sono
risceso verso il Lago di Corbara per ritrovarmi proprio dove inizia il tratto
divertente. La siccità era evidente. Il Tevere che già dopo Todi inonda la
parte stretta dell’invaso era largo una quindicina di metri appena, ed il
tratto di vero e proprio lago mostrava evidenti i segni dell’abbassamento sulle
sponde secche da mesi.
Dopo uno spuntino ad Orvieto Scalo ho proseguito lungo la bella
strada di fondo valle che va verso Allerona, salendo gradualmente verso il
Monte Rufeno, in questa stagione davvero desolato. Il panorama a scendere verso
la valle del Paglia spettacolare! A Trevinano punto a nord verso San Casciano
dei Bagli, la meta è Radicofani per poi passare sul versante orientale
dell’Amiata e rientrare dal lato tirrenico. Fino Piancastagnaio la strada è
sempre divertente, il paesaggio sulla vallata ed i monti all’orizzonte
compensano…le buche!
L’idea di fare un giro in
val D’Orcia è rimandata, oggi era troppo tardi e se è per questo, anche troppo
freschino!
Per rientrare verso
Pitigliano e poi Manciano ho scelto strade secondarie, bellissime campagne, con
un finale maremmano con tanto di gregge di pecore da far passare.
Da Montalto a Roma è storia nota e noiosa, ormai tutta autostrada.
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